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Il calcio è una delle poche forme di accesso alla felicità per il popolo, dice Bielsa

Il calcio, per Bielsa, è una porta di accesso alla felicità. Ma se lo possono permettere sempre di meno. Un'analisi della situazione italiana, tra caro biglietti e pay tv. 

C'è una statistica curiosa, negli ultimi 20 anni di eliminazioni di Brasile dalla Copa America. La mette in risalto sui suoi social il giornalista Vincenzo Lacerenza: cinque eliminazioni, 4 nazionali diverse (Paraguay per due volte, poi Perù, Argentina e Uruguay), 5 allenatori diversi, ma tutti argentini.

Tata Martino, Ramon Diaz, Garega, Scaloni e l'ultimo Marcelo Bielsa. Più dell'eliminazione, però, arrivata ai calci di rigore, a far parlare sono, come spesso accade, le parole del CT della selezione uruguagia. Nella conferenza post partita, un giornalista gli fa una domanda sugli storici scontri tra Uruguay e Brasile, in particolare la sfida tra il suo Newell's Old Boys e il Sao Paolo di Santana ("Questo sì che era un altro calcio...") ed è lì che El Loco si lascia andare ad una profonda analisi dello stato di questo sport, brasiliano e non solo: "Immaginate cosa è successo al calcio, come il calcio, che è proprietà popolare...perché i poveri hanno pochissimo accesso alla felicità, perché non hanno i soldi per comprare la felicità. Quindi il calcio, che è gratuito, è di origine popolare....". Il riferimento, poi, va a Endrick, ala 17enne del Palmeiras acquistata dal Real Madrid per 47,5 milioni di euro.

"Io sono sicuro che il calcio sia in un processo di decrescita –continua Bielsa - È vero: sempre più persone guardando il calcio, però è sempre meno attrattivo perché non si privilegia ciò che ha reso questo gioco il primo del mondo. Quindi alla fine questo processo finirà. Non conta quante persone guardano il calcio, se non viene protetto ciò che rende piacevole agli occhi di chi lo guarda. Ne beneficia solo il business, perché per loro conta solo il numero di spettatori. Ma questa curva sta per finire. Col tempo di giocatori che meritano di essere guardati saranno meno, il gioco sarà meno bello da vedere e questo aumento artificiale di spettatori finirà. Il calcio non sono 5 minuti di azione. Il calcio è molto di più, un'espressione culturale, una forma di identificazione".

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Gli Europei dei nazionalismi. Parte 2 - Il Catenaccio - Web Magazine Sportivo

L'escalation di nazionalismi vista agli Europei guardano all'ex Jugoslavia e non solo, soffiando su controversie e identità, confini e odio etnico. La seconda parte dell'analisi di Calcio e Rivoluzione. 

Il calcio è del popolo, dice Bielsa. È l'unico modo che molte persone hanno di accedere a quella forma di felicità. Ma quanto costa tutto questo? Quanti possono veramente permetterselo?

Per guardare il calcio da casa, in Italia, serve l'abbonamento su Dazn. Eliminiamo per un momento il fatto che serva anche una connessione internet stabile e un device all'altezza. Concentriamoci sui due piani disponibili: Standard e Plus. Il più economico costa 34,99 euro al mese (con la formula di pagamento per il piano annuale in un'unica trance, a 359 euro). L'altra soluzione? 59,99 euro al mese e la possibilità di avere due dispositivi registrati. Su Sky, invece, 3 partite su 10 ogni turno della Serie A, comprese le migliori sfide di Premier League e Bundesliga, e tutta la Serie C, costano 14,90 euro al mese, 149 euro, insomma, per una stagione intera.

La storia non cambia, anzi peggiora, per quanto riguarda la questione stadio. Rincari ovunque, soprattutto nei settori che un tempo erano popolari. Un abbonamento nella Curva della Juventus costa dai 529 euro. L'Inter ha aumentato a 349 euro il prezzo del Secondo Verde, la casa della Curva Nord, mentre un Primo Verde si paga 570 e un Terzo Verde 269. Rincaro medio del 19% per il Milan: il Secondo anello Blu passa dai 280 ai 310 euro, mentre un Terzo Rosso Centrale costava 249 euro lo scorso anno e per la prossima stagione arriva a 300.00 Il Bologna fa pagare 315 euro la Curva Bulgarelli (265 se rinnovo). Le curve superiori del Napoli costano 400 euro se rinnovo, 480 se nuove (le inferiori siamo invece vanno dai 240 ai 280). La Lazio piazza a 295 euro la Curva Nord (fino ad arrivare ai 499 della Tevere del Parterre ai 920 della Monte Mario), mentre la Roma 269 euro la Sud (277 per i nuovi abbonamenti).

Prezzi degli abbonamenti nei settori popolari, rincari evidenti e nessuna diminuzione. Fonte: Il Catenaccio

Il discorso non cambia per i costi delle singole partite. Lo scorso anno, Il Corriere dello Sport aveva sottolineato che i prezzi minimi dei settori tradizionalmente popolari erano aumentati del 28% rispetto alla stagione 2022/2023, vale a dire da una media di 18,15 a 23,28 euro. Guardiamo il caso delle due romane: l'ultima partita del 2022/2023 della Roma, contro lo Spezia, costava 22 euro mentre la prima della stagione 2023/2024, contro la Salernitana, ne costava 35 (12 in più, un rincaro del 59%). Stesso trend per la Lazio: un posto nei Distinti per Lazio Bologna, nel 2022 costava 25 euro, per Lazio Genoa di un anno dopo la cifra è salita a 40, +60%.

E le scuole calcio, invece? In questo reportage di Avvenire si legge che se per le società dell'oratorio troviamo ancora prezzi abbordabili (200 euro, o qualcosa in meno in caso di rinnovo), per le scuole di un certo calibro si arriva almeno a 400-500 euro. Numeri simili a quelli che riporta Il Giorno: "Scendendo nei dettagli, emergono anche altri numeri: iscrivere il proprio figlio ad una scuola calcio o comunque farlo partecipare ad un campionato, dai "Primi Calci" e "Piccoli Amici" fino alla soglia dell'under 19 (Juniores) può costare meno in periferia o in provincia (appunto, 300 euro l'anno a cui aggiungere poco più di 100 euro per il kit), mentre nelle città la cifra oscilla fra i 550 euro fino a sfondare in qualche caso il muro dei mille euro (però con il kit incluso nel prezzo e uno sconto per il secondo figlio)".

"Il calcio, che è una delle poche cose che i più poveri mantengono orizzontalmente, non ce l'hanno più" conclude Bielsa. E chissà che non si debba ricercare proprio qui la crisi di talento e di risultati del nostro calcio. Un calcio che non è più del popolo, un calcio che costa troppo. E che non può più portare felicità.

Una chiacchierata al bar: tra cultura, musica, cal...
La resa dei conti
 

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