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De Zerbi, Trump, Zelensky e la geopolitica nel calcio

C'è voluto il tecnico del Marsiglia, Roberto De Zerbi, per guardare in faccia la verità dopo il confronto tra Trump e Zelensky alla Casa Bianca. 

"Chi sa solo di calcio, non sa nulla di calcio." Parole che Josè Mourinho ha pronunciato per mettere in evidenza quanto il calcio sia ben più di uno sport: è cultura, politica, società. E Il Catenaccio non ha mai smesso di raccontare quanto il calcio sia legato al nostro vivere quotidiano, tra attualità e riflessioni più ampie.

In questi giorni, le immagini che arrivano dalla Casa Bianca raccontano molto di più del semplice confronto tra Donald Trump e Vladimir Zelensky. Un incontro che, in apparenza, riguarda l'accordo per la pace, ma che in realtà nasconde dietro di sé una lotta di interessi economici e geopolitici, con le terre rare al centro del dibattito. Trump, con la sua consueta veemenza, ha accusato Zelensky di voler proseguire la guerra, modificando la verità a suo piacimento, e usando toni da vero e proprio bullismo diplomatico.

Nel mezzo di questa tempesta politica, si inserisce la voce di Roberto De Zerbi, allenatore del Marsiglia. Il tecnico bresciano, dopo una polemica con gli arbitri e un annuncio che segna la fine della sua esperienza in Francia, ha commentato l'incontro tra Trump e Zelensky, evidenziando la sua esperienza diretta in Ucraina. De Zerbi, che ha allenato lo Shakhtar Donetsk dal 2021 al 2022, ha dichiarato in conferenza stampa: "In questi giorni ho letto che Trump ha detto che la Russia non ha invaso l'Ucraina, ma io ero in Ucraina e conosco la verità." Una testimonianza di chi ha vissuto in prima persona le tensioni che continuano a scorrere tra le due nazioni.

Nel marzo del 2023, l'allora tecnico del Brighton aveva rilasciato un'intervista a Il Messaggero in cui spiegava: "Il club ci disse che era solo un gioco, un braccio di ferro per mostrare i muscoli, ma alla fine non sarebbe successo nulla. Io però seguivo la tv italiana e avevo una percezione diversa. Quando cominciarono a circolare le immagini dei carri armati russi ammassati alle frontiere, temetti il peggio. Il discorso violento di Putin contro l'Ucraina mi fece capire che lo scoppio della guerra era questione di ore. Lasciai la casa alle sei del pomeriggio e insieme allo staff mi trasferii nell'albergo che ci ospitò fino al giorno in cui abbandonammo il paese".

Nel frattempo, la geopolitica dello sport ha trovato spazio anche nella comunicazione tra i leader mondiali: Zelensky, come riporta la pagina "A Gamba Tesa", sapendo dell'amore di Trump per gli sport di combattimento, ha cercato di usare il simbolismo del pugilato, portando la cintura WBC di campione dei pesi massimi vinta dall'ucraino Oleksandr Usyk. Un gesto che, tuttavia, non ha avuto l'effetto sperato sul controverso Trump.

Così, mentre il calcio e la politica si intrecciano in un contesto sempre più complesso, Roberto De Zerbi e il faccia a faccia tra Trump e Zelensky offrono uno spunto di riflessione sul ruolo dello sport nel plasmare la nostra percezione della realtà politica e sociale.

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