Il calcio come strumento di rinascita: nel campo profughi di Khan Younis, bambini palestinesi sfollati trovano speranza e forza per affrontare le cicatrici della guerra.
La tregua è arrivata, per la pace bisognerà aspettare ancora un po'. Ma intanto, in Palestina, si torna a vivere. Precari, in bilico, tra le macerie. Ma qualcosa si muove. Si muove il pallone, ad esempio, che torna a rotolare anche nel campo profughi d Mawasi, a Khan Younis, nella Striscia di Gaza.
Torna a rotolare grazie al progetto, curato dalla Federazione Palestinese di Calcio e supervisionato dall'allenatore Moayad Abu Afash. 8 mesi di lavoro insieme ai quasi 100 bambini sfollati, provenienti da tutta la regione, costretti a fuggire in seguito ai bombardamenti israeliani che hanno colpito non solo case, ospedali, strade ma anche stadi, centri di allenamento, campi sportivi. Come si legge nell'articolo della Federazione, l'iniziativa ha contribuito a creare un ambiente educativo, sportivo e sociale per i bambini, dove il calcio è stato uno strumento per il sostegno psicologico, per l'acquisizione di competenze, per il cambiamento di abitudini e di comportamenti sviluppati durante la guerra.
Il prossimo passo, adesso, sarà quello di organizzare altre iniziative di allenamento simili, rivolte ancora ai bambini della Striscia di Gaza, tassello fondamentale per il ripristino delle attività sportive nelle province meridionali.

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La situazione del calcio in Palestina: oltre 700 sportivi morti
Nel report settimanale curato dalla Federazione, la comunità palestinese ha subito perdite umane gravissime. Sono oltre 47 mila i morti, con 724 sportivi vittime. Precisamente 382 calciatori, di cui 96 bambini, 107 tecnici, preparatori, scout e 235 vittime provenienti da altre federazioni sportive. Sono 26, inoltre, gli sportivi attualmente detenuti. Numeri terrificanti anche quelli che guardano ai danni materiali. Il bilancio parla di 287 strutture distrutte, 13 in Cisgiordania, il resto nella Striscia di Gaza.
Eppure il 2024 calcistico della Palestina è stato ricco di successi storici. La partecipazione alla Coppa d'Asia 2023 (che si è disputata lo scorso anno dopo il dietrofront della Cina a ospitare la manifestazione, per motivi legati alla pandemia Covid 19) terminata agli ottavi di finale. La qualificazione alla Coppa d'Asia 2027 e la partecipazione alla qualificazione per i Mondiali 2026, terminata alla terza fase. "Durante il 2024 abbiamo raggiunto molti traguardi positivi, dimostrando che, nonostante il dolore, c'è sempre spazio per la speranza – ha spiegato il portiere della nazionale Rami Hamada - Questo ci ha motivati a lottare per portare in alto il nome della Palestina".
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