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Quando anche il calcio si innamorò di Julio Velasco

Il CT della pallavolo femminile Julio Velasco ha vinto l'oro alle Olimpiadi. Ma nella sua carriera c'è spazio anche per un'avventura nel mondo del calcio, con Lazio e Inter. 

Ci sono amori che durano per sempre e altri che resistono il tempo di un'estate. Amori da sogno, da favola, amori di una vita e poi amori di un attimo, di un secondo, al massimo di una stagione. Quello del calcio per Julio Velasco, ad esempio, è uno di questi. Più di un campionato, ma sempre con la valigia pronta. Non poteva che essere così per uno che in carriera ha girato il mondo: Argentina, Italia, Repubblica Ceca, Spagna, Iran. Non poteva che essere così per uno troppo diverso da tutti gli altri, fuori dagli schemi, quelli della pallavolo ma anche del calcio.

Il primo ad avere l'idea è Sergio Cragnotti, patron della Lazio. È il maggio del 1998, il ct argentino è pronto a salutare la nazionale femminile di volley per accettare l'offerta, ricchissima, che arriva da Formello. Contratto da quattro anni, un miliardo di lire a stagione. L'obiettivo? Portare alla Lazio la mentalità vincente. "Cragnotti voleva comprare una cosa che nel calcio del Centro-Sud è sempre mancata o quasispiegava Stefano Boldrini, su L'UnitàNon pretendeva da Velasco che d'incanto i giocatori laziali avessero i famosi occhi di tigre: voleva che vigilasse sull'operato di Eriksson, che tenesse d'occhio lo staff sanitario, che si occupasse dell'area-squadra". È un'estate di rivoluzione, alla Lazio. Cragnotti ha mandato via il direttore sportivo, Governato, ha assunto un nuovo direttore amministrativo, Innocenti, sta cercando di plasmare quella che squadra che, nel giro di qualche anno, vincerà scudetto e Supercoppa Europea. "Siamo sempre alla ricerca di grandi personaggi che possano rafforzare l'organicodiceva il presidente biancocelestenon solo quello tecnico, ma anche quello societario".

Julio Velasco premia Roberto Mancini, allo Stadio Olimpico di Roma

 Julio Velasco tra Lazio e Inter

Eppure l'amore, la scintilla, non scatta. Non scatta con Eriksson, che non vuole condividere le questioni di campo. Non scatta con gli altri dirigenti, pronti a lamentarsi di "quell'argentino comunista". E alla fine qualcosa si spezza anche con il presidente, che sul calciomercato non voleva sentire nessuno. In molti dicono che sia stato l'acquisto di Christian Vieri a far incrinare il rapporto, ma c'è qualcosa di più profondo. "Il mondo del calcio non mi ha bocciato – raccontò in un'intervista del 2009 a Vanni Zagnoli, sempre sulle colonne de L'Unità – sono stato direttore generale dell'ultima Lazio che vinse davvero tanto". Ma tempo un anno e le strade si separano. Quelle di Velasco e della Lazio, ma non ancora quelle di Velasco e il calcio. Perché la stessa infatuazione, la stessa idea, arriva un anno dopo a Milano, sponda Inter. Massimo Moratti lo vuole al fianco di Marcello Lippi. Ruolo: referente dell'area tecnica. "Non sono un colpo di mercato – dirà durante la presentazione - perché nessun tifoso pagherebbe il biglietto per vedere me. Sono i giocatori che danno emozione e spettacolo, non i dirigenti. Alla Lazio, dove sono stato molto bene, avevo un compito più politico, di direzione generale. Qui sarò a fianco di Oriali e Lippi per quello che mi compete, parleremo, valuteremo. Insieme. Non ci devono essere iniziative personali. Se dovremo intervenire, anche nei rapporti con i giocatori, lo faremo".

Velasco insieme a Massimo Moratti, ai tempi dell'Inter
Velasco e Lippi, due vincenti dello sport

Con l'allenatore che trionferà a Berlino nel 2006 si conoscono da tempo. Il primo incontro avvenne a Tokyo, durante gli impegni della Juventus in Coppa Intercontinentale, Lippi portò i suoi uomini a vedere come giocava la nazionale di volley di Velasco. "Voleva che i suoi giocatori capissero la mentalità vincente dei miei. Adesso lavoreremo insieme, sarà un piacere". Un piacere che però dura poco, anzi pochissimo. I nerazzurri vengono eliminati dai preliminari di Champions League dagli svedesi dell'Helsingborg, perdono la finale di Supercoppa Italiana contro la Lazio e iniziano il campionato con una sconfitta, a Reggio Calabria. Troppo per Moratti, che chiama sulla panchina Marco Tardelli. Tra le prime richieste del nuovo allenatore ce n'è una in particolare: comandare da solo, senza nessuno intorno. Senza, quindi, Velasco. E questa è davvero l'ultima pagina della breve storia d'amore tra il calcio e il ct argentino, mandato via e rigettato "come qualsiasi coscienza indipendente o grillo parlante", ha scritto Fabrizio Bocca.

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