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Benjamin Garré: un'occasione per giugno

Il passaggio dal Vélez al City nell'estate 2016 ha scatenato un'inchiesta. 14 centri con l'U23 dei Citizens, conditi da 7 assist, prima di tornare in Argentina al Racing, con cui ha segnato 2 gol in 25 presenze. Figlio e nieto d'arte, sogna di alzare la Coppa del mondo come il nonno Oscar. Contratto in scadenza nel 2024 e clausola rescissoria da 13 milioni contrattabile. Può rivelarsi un affare per il mercato estivo.

La storia di Garré

Garré da piccolo, con lo zio Ariel Orsi e con la maglia del Vélez (Fonte: TyC Sports)

Benjamín Garré nasce l'11 luglio del 2000 a Buenos Aires. A 5 anni viene portato al Club Villa Real – Versalles dalla madre Jacqueline, perché gioca con il pallone in casa 24 ore al giorno, mettendo a repentaglio l'abitazione. Ben presto inizia a farsi notare. Se lo assicura il Club Atlético Vélez Sarsfield. A 7 anni Garré arriva al Fortín, dove inizia la  trafila nelle giovanili rimanendo fino al 2016. Benjamin è solo l'ultimo esponente di una dinastia calcistica. Proviene, infatti, da una famiglia di calciatori. Il padre Emiliano ha giocato per l'Huracán e per l'Atlético Chacarita Juniors, ma è stato anche in Portogallo e in Cile. Anche lo zio Ezequiel ha fatto parte di alcuni di questi Club e ha concluso la carriera nel Tigre. Leonardo Ariel Orsi, l'altro zio, ha giocato anche 4 stagioni in Italia, dove è arrivato tramite il Cittadella. Il più celebre dei Garré, però, è il "Mago" Oscar Alfredo, bandiera del Ferro Carril Oeste ma soprattutto campione del mondo nel 1986 con la Selecciòn in Messico.

Il Mago Oscar Garré con una foto celebrativa di Messico '86 (Fonte: LT10)

Il passaggio di Garré al City

C'è un retroscena, ovvero la spedizione con le giovanili della Selecciòn al campionato sudamericano U15, torneo calcistico a cadenza biennale organizzato dalla CONMEBOL e riservato alle squadre nazionali sudamericane composte da giocatori di età inferiore o uguale a 15 anni. Le mire inglesi risalgono a questa rassegna, molto seguita dagli Scout europei. Garré centra il terzo posto con l'Argentina U15 in Colombia. I Citizens vogliono sbaragliare la concorrenza del Barcellona e iniziano a parlare con il giocatore e con la sua famiglia. Il giocatore fa parte del Vélez anche se non ha ancora firmato un contratto professionistico, in quanto minore di sedici anni. Si ripropone uno schema già rivisto: un Club europeo tratta direttamente con la famiglia detentrice della patria potestà, e la convince a firmare il primo contratto una volta compiuti i 16, riconoscendo un premio per la firma oneroso ma minore di quello richiesto da un Club. Tutto ciò è avallato dalla legge argentina. I giovani giocatori sono considerati un patrimonio familiare fino al compimento del sedicesimo anno, e non appartenenti ai Club. Questo accade anche per garantire un ritorno economico importante alle famiglie che hanno investito nei loro rampolli compiendo sacrifici. Si tratta di un argomento molto sentito e discusso in Argentina.

Benjamín Garré con la maglia del Vélez (Fonte: Sport.es)

 Il ricorso alla FIFA e al TAS per il tesseramento di Garré

L'inserimento del City tra il Vélez e la famiglia di Garré ha suscitato l'ira dei dirigenti argentini e dell'intero Fortìn. Il Vélez ha presentato dapprima un ricorso alla FIFA (che ha dato ragione ai Blue Skyes), e poi si è rivolto al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna (più noto come TAS). Il Club argentino si è appellato alle norme FIFA che disciplinano i trasferimenti tra giocatori minorenni, ma non è stato riconosciuto l'illecito visto che Garré ha origini italiane (ergo europee) che lo rendono comunitario. Il City, così, ha evitato il blocco del mercato per due sessioni. Bernardo Bertelloni, dirigente del Vélez, ha raccontato che il Club inglese ha prelevato il ragazzo nonostante la diffida della società argentina. Il ragazzo sarebbe partito dal suo paese pochi giorni prima del sedicesimo compleanno per la Germania, e dopo alcuni giorni trascorsi nel paese teutonico, sarebbe entrato in Inghilterra subito dopo aver festeggiato il compimento dei sedici.

Cosa dice il regolamento?

"L'art. 19.1 RSTP afferma il principio generale secondo cui il trasferimento internazionale del calciatore è consentito solo se ha compiuto 18 anni. Sono previste, poi, deroghe espresse, ad esempio se i genitori del ragazzo si trasferiscono nel Paese per motivi indipendenti dal calcio, oppure se il trasferimento avviene all'interno dell'Unione europea, o ancora se il giocatore ha compiuto già sedici anni. In questo ultimo caso, al nuovo Club spettano degli obblighi. Inoltre, il trasferimento internazionale di calciatori può comportare effetti anche nei confronti di Club terzi, come il riconoscimento dell'identità di formazione o il contributo di solidarietà. Diverso, invece, il caso in cui un giocatore abbia esercitato il recesso unilaterale dal vecchio Club..."

Garrè e la promessa del ritorno 

Non è stato un trasferimento indolore per Benjamín Garré tra l'allontanamento dall'Argentina e dalla famiglia e gli insulti dei suoi vecchi tifosi. Il ragazzo, appena sedicenne, ha subito un linciaggio mediatico. Eppure, dice Garré, pochi sanno come sia davvero andata la trattativa. Inoltre, non manca di rivolgere messaggi di amore al Vélez e alle persone incontrate al Fortìn che lo hanno cresciuto, educato e migliorato anche come uomo. Garré si è anche rivolto ai tifosi del suo vecchio stadio, il José Amalfitani. Auspica che l'accaduto possa essere prima o poi dimenticato, ma soprattutto si augura esplicitamente di tornare prima o poi e di essere ben accolto. Ha promesso di essere pronto a dare il sangue per la maglia, proprio come ai tempi delle giovanili. 

Benjamín Garré si allena con il City (Fonte: Scout Nation)

 L'arrivo a Manchester di Garré

All'arrivo a Manchester è stato iscritto dalla società a dei corsi di inglese e matematica ed è stato accolto nell'accademia internazionale del Club del connazionale Agüero. Guardiola stesso prova a metterlo a suo agio: "allora sei tu il ragazzo argentino", gli dice – sorridendo – al primo allenamento. Il 21 luglio '18 debutta con Pep contro il Borussia Dortmund (sconfitta 0-1 firmata Götze). L'esperienza al City, tuttavia, si dimostra più una scuola che un lavoro. Il ruolo di Garré è marginale: allenamenti con il gruppo in settimana, ma partite viste dagli spalti. In particolare, il gioiello argentino trova spazio nell'U23. L'ulteriore step di crescita, però, richiede altro. Così, Pep Guardiola in persona, gli telefona e gli consiglia di cercare una squadra con cui aumentare il proprio minutaggio. La scelta finisce per ricadere sul paese d'origine.

Guardiola coccola Garré (Fonte: Olé)

Garré al Racing

Sono gli inglesi a proporre il ragazzo in Argentina, ad un Club con cui vantano buoni rapporti: il Racing Club de Avellaneda. Le relazioni tra le due società godono di buoni precedenti, come la cessione del centrocampista Bruno Zuculini (passato anche dall'Hellas Verona), venduto dall'Avellaneda al City nel 2014 per 2,5 milioni di euro. Il ritorno di Garré in Argentina avviene nella sessione di mercato invernale del 2020. Il Racing se lo assicura attraverso una formula creativa: 2,5 milioni per il 75% del cartellino. Il Manchester City – come promesso anche al ragazzo – ottiene di mantenere il controllo detenendo un quarto del giocatore. L'esordio avviene contro il Newell's Old Boys a febbraio, quando Mister Sebastián Beccacece lo getta nella mischia. A fine anno si infortuna gravemente e rimane fuori fino al luglio successivo. Dopo otto mesi di inattività torna in campo e decide con uno splendido gol, il match contro il Sarmiento de Junín al Cilindro de Avellaneda. In totale 25 partite impreziosite da due gol. Oggi, però, il centrocampista non è una priorità per Mister Fernando Gago. Già con Juan Antonio Pizzi e Claudio Úbeda il minutaggio non aveva raggiunto i risultati sperati. Il giocatore, però, ha bisogno di fiducia e occasioni per crescere. Anche il City ha espresso dubbi sulla recente gestione di Garré.

Garré con la maglia del Racing (Fonte: Racing Club)

Le caratteristiche tecniche di Garré

I parenti di Benjamin sono stati quasi tutti difensori e gli hanno insegnato l'arte della marcatura fin da piccolo. Benjamin ha iniziato la carriera da terzino sinistro. Oggi, invece, è un esterno offensivo che dà il meglio di sé a campo aperto, dove può infilare la difesa avversaria con le sue accelerazioni e con i suoi passaggi filtranti diretti ai compagni. Mancino, alto circa 1,70, è un'ala offensiva che ragiona da regista avanzato. Dispone, infatti, di un'ottima visione di gioco oltre a controllare egregiamente il pallone, anche in velocità. In Inghilterra ha imparato a curare le due fasi di gioco, migliorando dal punto di vista tattico. Avendo iniziato da esterno basso ha grande corsa e buone basi difensive. I primi osservatori lo hanno apprezzato proprio come terzino di spinta con doti da regista. Quando punta l'area avversaria dalla destra può irrompere tra le maglie della linea avversaria, scambiare rapidamente al limite, premiare i tagli dei compagni con filtranti telecomandati, o cercare il cross spiovente sul secondo palo. Vanta però un ottimo sinistro, con cui calcia a incrociare, a giro, o pennellando i piazzati. La tecnica di base gli conferisce buone doti di dribbling e palleggio nello stretto. Non ha paura di giocare il pallone anche sotto la pressione avversaria. Uno degli aspetti più apprezzabili di Garré, infatti, è che vanta una notevole personalità: nelle selezioni del Vélez è stato spesso selezionato come capitano. 

Il futuro di Garré

Garré potrebbe interrompere la propria esperienza con il Racing (ex Club del nerazzurro Lautaro Martinez) prima della scadenza del contratto datata all'estate 2024. Gago non lo vede tra i titolari, lui ha bisogno di continuità. L'idea è che la Primera División argentina non sia la migliore vetrina per lui. Nella prossima sessione di mercato potrebbe fare le valigie, con il benestare del City che detiene ancora una percentuale del cartellino ed è interessato a non disperdere l'investimento. Garré è accostato ad alcuni Club della Liga e della Serie A. In Spagna piace all'Elchedove potrebbe sostituire in rosa un altro argentino: Pablo Piatti. In Italia potrebbe di nuovo farsi avanti l'Udinese che lo aveva messo nel mirino l'estate scorsa per sostituire De Paul. Contatti con i bianconeri sono già stati registrati. Sullo sfondo anche l'Hellas e il Bologna. Ad agevolare le trattative c'è anche lo status comunitario del ragazzo, che vanta origini italiane. Nel frattempo, Garré punta a concludere la stagione nel miglior modo possibile, per concentrarsi con calma sul futuro.

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