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La maledizione del palo

Potrebbe essere il titolo di una nuova puntata della saga dei Pirati dei Caraibi, oppure un crossover di Harry Potter, una serie Netflix, un libro fantasy. Tutto reale, invece. Reale come la Roma in testa alla classifica, non della Serie A ma quella dei legni presi.

Sono 6, tra pali e traverse, colpite dai giocatori della squadra di Josè Mourinho. Uno in più rispetto al Bologna, due rispetto a Torino, Empoli e Salernitana. Addirittura il doppio di Napoli Juventus e Inter e il triplo di Lazio e Milan. Gli stessi rossoneri che, lo scorso anno, chiusero la stagione con 24 tra pali e traverse colpiti. È Kickest a fare la classifica delle ultime cinque stagioni dei più "sfortunati" in questo senso. A guidarla, ovviamente, la Roma con 109 tra pali e traverse davanti a Napoli (106), Juventus (90) e Inter (86). Dal massimo storico dei 23 pali nelle stagioni 2017-18 e 2018-2019, fino ai 14 dello scorso anno.

E a prenderli di più, fin qui in campionato, oltre a Bryan Cristante, Henrikh Mkhitaryan e Nicolò Zaniolo c'è proprio Tammy Abraham. È l'inglese a pagare lo scotto più grave della maledizione dei pali. Perché ai tre pali del campionato, l'ultimo quello contro l'Empoli che ha propiziato il gol dell'armeno, ce ne sono altri tre in Conference League: contro Trabzonspor, CSKA Sofia e Zorya. "Per favore qualcuno rimuova i pali e le traverse" ha scritto l'inglese sui suoi social, forse pensando al fatto che, senza quei legni, sarebbe già in doppia cifra. "Ci sono centravanti il cui apporto alla squadra è zero se non fanno gol – spiega Josè Mourinho - e altri che possono essere i migliori in campo senza neanche segnare. Contro l'Empoli per Tammy è andata proprio così".

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Lo stesso Mourinho che lo ha voluto fortemente a Roma. "Un giorno mi squilla il cellulare, rispondo, era lui. Mi disse: "vuoi goderti un po' di sole o stare sotto la pioggia?". Volevo rimanere in Premier League perché era casa mia. Da lui ho imparato tanto quanto fatto in tutta la mia vita. L'opzione più facile era quella di rimanere al Chelsea. Ho capito che dovevo andare via e mettermi alla prova".

Dinamico, tecnico, veloce, forte fisicamente. Ma per ora ancora poco servito dai suoi compagni. Il successo della Roma, quest'anno, passerà anche attraverso la risoluzione di questo problema: mettere più palloni a servizio dell'inglese. Che continua a scalpitare: "Voglio essere tra i migliori del mondo quando si parla di attaccanti. È il mio obiettivo e non mi fermerò finché non ci arriverò".

Servono solo i passaggi giusti. E, forse, far smettere la maledizione del palo. 

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