Da quando ho memoria, io il tempo lo misuro con la Roma. Il campionato iniziava quando iniziava la scuola. L'estate si stoppava per farci tuffare in un altro mare. La Roma è l'unità di misura del nostro tempo. Detta le regole, blocca i minuti e poi li accelera, segna in rosso i giorni sul calendario, organizza l'agenda. Albert Einstein diceva che "quando un uomo passa un'ora in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora". Provate a mettere la Roma in vantaggio per 1 a 0 al 90esimo e ditemi come scorre il tempo. Oppure provate a guardare il cronometro quando c'è da fare una rimonta. Provate a dire se esiste il tempo nelle ore che precedono un derby o una grande partita di coppa.
La Roma è l'unità di misura del nostro tempo e per noi, oggi, è capodanno. Tutto è da scrivere, tutto è da giocare. Si apre la distesa del campionato e io mi sento un po' come Jack Kerouac: "Le nostre valigie erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevamo molta strada da fare. Ma non importava, la strada è la vita". E se oggi è capodanno, oggi è il momento anche dei buoni propositi, dei progetti, dei sogni. Da quando ho memoria, in ogni capodanno, il sogno è sempre lo stesso: la Roma campione. "Dicon che era il mio sogno fin da bambino / veder su questa maglia il Tricolor". Il bello di ogni prima partita è proprio questo: puoi crederci, puoi aspettare. E il tempo non sei te a deciderlo.
In Febbre a 90° Ruth Gemmel, litigando con il protagonista Colin Firth, dice: "Non ho alcun sogno che duri da diciotto anni, perché ero una bambina diciotto anni fa. E se volessi ancora le stesse cose penserei che c'è qualcosa che non va". Allora il professore risponde: "E così si è persa una parte di te, perché tutti dovrebbero continuare a volere una cosa che hanno sempre voluto".
Lo abbiamo sempre voluto, lo abbiamo sempre aspettato. Perché non farlo ancora? È vero, il mister ha detto che ci vorrà tempo, ma a noi il tempo non interessa. "In Curva Sud noi staremo ad aspettar / un Tricolore giallorosso per gli ultrà". Saremo qui, sempre per sempre dalla stessa parte, ad alzarci col friccico ner core il giorno della partita e a vivere in virtù della domenica. Senza farci troppi calcoli, ma col nostro carico di sogni. Giacomo Leopardi, nelle sue Operette Morali, fa chiedere al Passeggere: "A quale di cotesti vent'anni vorreste che somigliasse l'anno venturo?". Il venditore di almanacchi non risponde: "Non saprei", dice.
Lo domandassero a me, io una stagione da rivivere ce l'avrei. Una stagione che era finita proprio il 17 giugno di vent'anni fa.
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