Ramon Unzaga Asla, David Arellano, Leônidas Da Silva e i chalacos. Alla scoperta delle origini della rovesciata, il gesto tecnico più folle e rivoluzionario del calcio.
Crossa in mezzo che rovescio! E ancora: fammi provare la rovesciata! Credo che qualsiasi appassionato di calcio da bambino almeno una volta abbia detto o sentito pronunciare queste parole in un campetto con gli amici, o addirittura abbia provato questo gesto tecnico. Per i più romantici, la rovesciata può riportare alla memoria l'immagine iconica raffigurata sulle bustine delle figurine Panini che, dal 1961 (anno di uscita del cosiddetto "album delle figurine dei calciatori") fino al sopravvento tecnologico del secondo decennio del XXI secolo, hanno rappresentato un vero e proprio must nell'adolescenza di milioni di ragazzi. Mi riferisco all'ormai celebre rovesciata di Carlo Parola, immortalata in foto da Corrado Banchi, che la casa editrice modenese Panini scelse come simbolo per la collezione delle figurine sul calcio. Se osserviamo attentamente la foto di un Fiorentina-Juventus, terminato 0-0, del 15 gennaio 1950, lo juventino Parola stava effettuando una rovesciata difensiva, pertanto stava utilizzando quel gesto atletico per respingere un pallone e non per scaraventarlo in rete come solitamente accade. Poco importa, il pubblico applaudì in modo estasiato, come testimoniato dalle parole con cui Banchi accompagnò il proprio scatto fotografico: «[…] Parte un lancio di Magli verso Pandolfini. Egisto scatta, tra lui ed il portiere c'è solo Carlo Parola; l'attaccante sente di potercela fare ma il difensore non gli dà il tempo di agire. Uno stacco imperioso, un volo in cielo, una respinta in uno stile unico. Un'ovazione accompagna la prodezza di Parola».

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La rovesciata potremmo quindi definirla come una delle giocate più spettacolari nel gioco del calcio, una di quelle che ti lascia un'emozione particolare, sia se sei un giocatore e ti prodighi in tale gesto tecnico sia se la ammiri da spettatore. Per non andare troppo indietro nel tempo, pensate un attimo al gol in rovesciata di Cristiano Ronaldo nei quarti di finale di Champions League del 2018 contro la Juventus, omaggiato dalla standing ovation dei tifosi bianconeri. Probabilmente, se CR7 avesse segnato un gol banale sarebbe stato sommerso dai fischi; invece, con quel gesto tecnico si guadagnò l'ammirazione dei tifosi avversari.
Come in tutte le cose, c'è sempre un inventore, una persona che per prima sperimenta qualcosa di nuovo, e pertanto: chi fu il primo a tentare il gesto tecnico della rovesciata?
Credo sia piuttosto difficile, se non impossibile, rintracciare il primo giocatore in assoluto ad aver provato la rovesciata su un campo da calcio. Chi sa se negli infiniti campetti scoscesi di periferia sparsi per il mondo e lontani dagli occhi dei riflettori, un ragazzino o una ragazzina abbiano tentato prima di tutti quel gesto tecnico senza però essere notati da nessuno. Tanto è stato scritto su questo tema, molte ipotesi sono state formulate, ma la sensazione è che non si riesca a rintracciare una verità. In questo articolo, il mio intento è quello di ripercorrere le versioni che, a mio avviso, risultano più attendibili nell'individuazione del primo calciatore ad avere effettuato una rovesciata su un campo da calcio.
1) I chalacos
Nel 1892 (c'è anche chi dice nel 1894), a Callao, città in cui è situato il più grande ed importante porto del Perù, pare che durante una delle tante partite di calcio improvvisate tra gli abitanti del luogo, chiamati chalacos, e alcuni marinai europei, uno dei primi abbia colpito in modo acrobatico il pallone, riproducendo la famosa rovesciata che, da quel momento in poi, molti peruviani indicano orgogliosamente con il termine chalaca.

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Ecco a voi le Cinque poesie per il gioco del calcio del maestro Saba, seguite da una breve analisi delle immagini e dei ricordi che sembrano prender vita dalle parole del poeta. Umberto Poli si è avvicinato al calcio in età avanzata, anche grazie all'amico Cerne, grande tifoso della Triestina.
2) Ramon Unzaga Asla
Una delle versioni più note, avallata persino dal famoso scrittore uruguaiano Eduardo Galeano nel suo libro El futbol a sol y sombra (Splendori e miserie del gioco del calcio, così tradotto in italiano), è quella che considera Ramon Unzaga Asla come l'inventore della rovesciata. Ma chi fu costui? Ramon Unzaga nacque nella città spagnola di Bilbao nel 1894, ma a 12 anni si trasferì con la famiglia in Cile, dove proseguì gli studi e, una volta raggiunta la maggiore età, ottenne la cittadinanza cilena.
Qui iniziò a giocare a calcio per la squadra della città in cui viveva, ossia l'Estrella del Mar di Talcahuano e, il 16 gennaio 1914 allo stadio El Morro (situato nei pressi del porto di Talcahuano), si prodigò in un'acrobazia volante, lasciando tutti a bocca aperta. Quella giocata venne soprannominata chorera, perché choreros era il termine usato per indicare gli abitanti di quella città. A pochi metri dallo stadio della città, è stata addirittura eretta una statua per celebrare l'acrobazia di Unzaga.
Più tardi, nel luglio del 1916, Unzaga disputò la Copa America, tenutasi a Buenos Aires (Argentina), con la maglia del Cile, e in quell'occasione ebbe l'opportunità di mostrare a tutto il mondo il suo celebre movimento che, da quel momento in poi, venne chiamato la chilena.
3) David Arellano
Un'altra tesi vuole che sia stato David Arellano, pure lui cileno, ad aver portato alla ribalta la chilena. Nel 1927, Arellano vestiva la maglia del Colo Colo, uno dei club più prestigiosi del Cile, e durante una tournée in Spagna, dove la sua squadra si trovò ad affrontare una serie di amichevoli con alcune squadre spagnole, si prodigò più volte nel famoso gesto tecnico acrobatico, tanto innovativo quanto sbalorditivo per la stampa ed il pubblico nazionali che non persero tempo a renderlo celebre, prima in Spagna e poi in tutta Europa.
4) Leônidas Da Silva
Vi è poi chi vede in Leônidas Da Silva, stella brasiliana degli anni Trenta del XX secolo, il primo principale artefice della rovesciata. Si narra che la realizzò il 24 aprile (c'è chi, invece, dice fosse il 25 aprile) 1932, quando indossava la casacca del Bonsuccesso, squadra di Rio de Janeiro. In Brasile, da quel momento in poi, iniziarono a chiamare quel gesto la bicicleta, per richiamare la similitudine tra il movimento riprodotto dalle gambe di un calciatore e quello di un ciclista.
La carriera di Leônidas è stata costellata da caterve di vittorie e di gol, molti dei quali realizzati in acrobazia; infatti, il già citato Eduardo Galeano disse di lui: i gol di Leônidas erano talmente belli che persino il portiere avversario si rialzava per congratularsi.
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