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Lutz Pfannenstiel, portiere giramondo

Lutz Pfannenstiel, portiere tedesco, nel 1993 a soli 20 anni ha deciso di lasciare la sicurezza di un contratto al Bayern Monaco per trasferirsi al Penang FC, in Malesia e dare via a una delle carriere più incredibili della storia del calcio.

La carriera di un calciatore è condizionata da diversi fattori, la ricerca di un contratto che dia stabilità è uno di questi. Non per tutti però, sicuramente non per Lutz Pfannenstiel, portiere tedesco che nel 1993 a soli 20 anni ha deciso di lasciare la sicurezza di un contratto al Bayern Monaco per trasferirsi al Penang FC, in Malesia e dare via a una delle carriere più incredibili della storia del calcio. Dopo la Malesia non si è fermato più, in 20 anni di carriera ha cambiato casacca 30 volte, coprendo ogni parte del globo, 15 Nazioni, tutti e cinque i continenti e tutte e sei le confederazioni Fifa, primo calciatore a riuscirci e per questo vincitore anche di un Guinness World Record.

Già di per sé una carriera del genere non avrebbe bisogno di ulteriori dettagli per poterla definire incredibile, ma il coraggio di Lutz è andato ben oltre. Nel 2002 giocava in Inghilterra, al Bradford Park Avenue, Northern Premier League, settima divisione. Durante una partita contro l'Harrogate Town si scontrò violentemente con un avversario e smise di respirare per ben tre volte, solo una respirazione bocca a bocca riuscì a salvarlo.

La folle avventura di Lutz Pfannenstiel

Gli altri giocatori erano talmente sotto choc che si misero a piangere attorno a me, con l'arbitro che se ne andò addirittura dal campo perché troppo scosso per continuare la partita.

Lutz Pfannenstiel


Dopo quell'episodio però non si perse d'animo, sette giorni dopo era di nuovo in campo, nonostante il rischio corso e una ragazza incinta di sette mesi. Non era la prima volta che Lutz tornava alla vita, anche se non in senso letterale. Nel 2000 era a Singapore, giocava per il Geylang United, nel corso della stagione fu accusato di aver truccato alcune partite, accusa poi rivelatasi infondata, ma nel frattempo si ritrovò chiuso in una cella di una prigione per più di tre mesi.

Quell'esperienza mi ha davvero insegnato tante cose. Prima ero il classico calciatore che pensava solo a quale giacca comprare, che macchina guidare e dove andare a cena; vivevo in una bolla di cazzate senza importanza e davo tutto per scontato. Ma quando invece scopri che la normalità è svegliarti con una guardia che ti prende a pugni in faccia o che ti danno del cibo che non puoi mangiare, mentre il tuo compagno di cella si è impiccato tre settimane prima, allora vedi tutta la vita in modo totalmente diverso

Lutz Pfannenstiel

L'esperienza lo ha cambiato ma non gli ha impedito di fare pazzie, non è un caso se negli anni '90 era parte della rosa del Wimbledon, che tra i tifosi inglesi è famosa come la Crazy Gang.

Erano sì dei pazzi, ma a modo loro, era gente che si allenava e giocava duro e che amava divertirsi, facendone di tutti i colori, come tagliare via le dita dai guanti, fare pipì nelle bottiglie di shampoo o mettere la crema mentolata nei pantaloncini.

Lutz Pfannenstiel

 L'arrivo in Oceania e poi in Africa

Forse è da loro che ha preso ispirazione durante la sua avventura neozelandese, tra le fila del Dunedin Technical. Durante una visita a un giardino zoologico si innamorò di un pinguino e lo rubò, lo portò a casa e lo nascose nella vasca da bagno.

Ma che poi ho restituito quando il presidente del club me lo trovò nella vasca da bagno e mi resi conto che non era stata una bella pensata, anche perché puzzava tantissimo.

Lutz Pfannenstiel

A fine carriera si trasferì in Africa, per giocare nella squadra namibiana dei Ramblers Fc e per lavorare come preparatore dei portieri della nazionale. Tra questi ce n'era anche uno con problemi di udito

Solo che all'inizio non avevo capito che era sordo e così, quando facevamo gli esercizi, finiva sempre che si beccava una pallonata dritta in faccia, perché non sentiva quello che gli dicevo.

Lutz Pfannenstiel
Nel 2009 ha raccontato la sua storia in uni autobiografia, edita in Italia col titolo Inarrestabile - Le mie avventure come Globe-trotter, da cui sono tratte le sue dichiarazioni. Dopo lungo peregrinare si è ritirato nel 2011, chiudendo una carriera unica, durante la quale non ha mai inseguito i soldi o il successo ma solo tanta voglia di mettersi in gioco, di viaggiare e di divertirsi giocando con un pallone tra i guantoni.

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